To Shoot an Elephant – Evento Speciale | Bachi Da Setola

To Shoot an Elephant – Evento Speciale

L’associazione culturale Bachi da Setola di Polignano ha organizzato, per venerdì 18 novembre, la proiezione del documentario “To shoot an elephant” di Alberto Arce, dalle ore 18.30, presso il Cinema Vignola di Polignano. E’ previsto anche l’intervento dell’Associazione Kenda – www.kenda.it. L’ingresso è libero.
To shoot an elephant è il film documentario di Alberto Arce e Mohammad Rujeilah, premiato a Novembre del 2009 al Festival dei Popoli di Firenze, già al centro di un global screening day, inoccasione dell’anniversario dei bombardamenti israeliani a Gaza. Il documentario è una delle poche testimonianze visive di quanto successo nel dicembre 2008 e gennaio 2009, quando lo statodi Israele ha lanciato una offensiva senza precedenti sulla Striscia di Gaza, nel silenzio assoluto dei media di tutto il monto. A quel tempo, soltanto il corrispondente di Al Jazeera trasmetteva, via TV e social network, immagini completamente ignote al resto del mondo, indifferente o semplicemente “impedito” da Israele a mandare giornalisti sul posto per documentare quando accadeva. Lo spagnolo Alberto Arce è stato lì a Gaza e le immagini di “To shoot an elephant” sono la sua testimonianza sull’operazione “Piombo Fuso”.

L’offensiva, cominciata il 27 dicembre 2008, da parte dell’esercito israeliano, ha il compito di colpire le infrastrutture militari di Hamas a Gaza. Per oltre tre settimane, l’enclave palestinese è circondata da tutti i lati e nei bombardamenti subisce pesanti perdite civili. Il reporter spagnolo, presente sul posto fino dall’inizio della guerra, decide di non uscire da Gaza come hanno fatto tutti gli altri giornalisti stranieri e documenta insieme ad un collega palestinese l’escalation di morti e distruzioni, seguendo l’operato dei servizi di soccorso della mezza luna rossa. Un susseguirsi d’immagini: agghiaccianti, d’emergenza, insonnia, orrore e disperazione.
Per tutti i 122 minuti del film lo spettatore rimane incollato allo schermo, identificandosi in un bersaglio dei cecchini israeliani, immaginandosi cosa provi ogni giorno il popolo palestinese.

“Un giornalista è una persona curiosa, un interrogatore spiacevole, una camera ribelle ed una penna che fa sentire a disagio chi detiene il potere. Questo è il concetto alla base del mio lavoro a Gaza: perseguire un dovere nel più narrato conflitto sulla Terra, dove la storia dell’assedio e della punizione collettiva che Israele impone all’intera popolazione del territorio come rappresaglia al lancio dei razzi di Hamas non sarà mai raccontata con sufficiente accuratezza”. (Alberto Arce)